Mi chiamo Aline Origlia Hartstein.
Sono una creativa.
Se di formazione sono architetto e comunicatore, nella vita sono una arredatrice. Mi dedico al design dello spazio interno, alla sua illuminazione e alla sua decorazione. Lo completo con alcune produzioni via artigiani di forniture, di soft seating e complementi di arredo o di arte.
Un passato di ballerina classica e moderna, mi rende molto sensibile allo spazio. Mi dico sempre che dobbiamo giustificare perché lo occupiamo.
L'aver frequentato a lungo il mondo del restauro e dell'antiquariato in Milano, mi ha educato a leggere lo stile.
Nel design, credo di inseguire la natura più metafisica della bellezza: quella che si muove in equilibrio e dove il meno può essere un più.
Sono sensibile e attenta al flusso di comunicazione con le persone. Per questo studio e applico una metodologia che mi permette di relazionarmi con il sistema di valori di ciascuno, nel suo progetto di interni. Lavorando per referenti e per simboli posso riconoscere lo stile di ognuno e dare forma al suo immaginario. Per questo la fase iniziale di concept risulta particolarmente approfondita.
Arte è un quadro o una installazione. Arte è una fotografia, una scultura, un vaso. Arte è visuale, applicata o industriale. Ma quello che conta è l’emozione che muove. Oggi il progetto di interni risponde alla necessità di installare una collezione nomade di oggetti di valore. Valore che è fortemente simbolico e intimo: ciascuno lo costruisce a partire dai suoi referenti. È frequente progettare partendo proprio dalla necessità di installare un oggetto, in particolare d’arte e che il processo stesso sia di per sé creativo e unico. In questo senso arte è l’atto fondativo di un interno.
Ciascun pezzo che abita i nostri spazi ha una storia riconoscibile in un dettaglio. La gamba e i piedi, i materiali, le superfici, i colori, la fattura, ci dicono dell'epoca e della cultura che lo ha prodotto. Che sia un mobile o una scultura o una litografia o un oggetto mi piace il sapore di riscattarne le sue origini e la sua unicità. Un dettaglio a prescindere dal fatto che sia contemporaneo, moderno o classico antico, da vita a uno spazio, specie quando è autentico.
Questa è il mio oggetto del cuore. E' la "Sedia tipo B, surrealista". E' stata disegnata e prodotta da Carlo Mollino nel 1950 per Lisa Ponti e Luigi Licitra. Il materiale che riveste l'imbottito è una applicazione delle prime resine sintetiche per interni, prodotte al mondo da Resinflex, per brevetto di Imre Hartstein nel 1947. Era mio nonno. Chimico ebreo ungherese, insieme a Paula Mrva, fondó l'azienda con un gruppo di industriali prevalentemente biellese.
Battuta all'asta da Christie’s il 17/10/2018 in ”Thinking italian” per un valore che ha segnato il record di vendita nella storia del design.